Aveva la nazion fiorentina in Roma dato ordine, e cominciato in strada Giulia dietro a' Banchi la chiesa loro, la quale per mano di Iacopo Sansovino fu disegnata. Ma perché nel porla si mise troppo dentro nel fiume, furono sforzati fare una spesa di dodici mila scudi in un fondamento in acqua per quella. Il quale fu poi da Antonio con bellissimo ingegno e con fortezza condotto. La quale via, non potendo esser trovata da Iacopo, si trovò per Antonio, e fu murata sopra acqua parecchi braccia. Et oltre questo ne fece modello, che certo è cosa rara, superba et onorata, se ciò conducevano a fine. Si partí il papa una state di Roma et andò a Monte Fiasconi, et in quel luogo ordinò che Antonio, il quale aveva condotto seco, restaurasse quella rocca, già anticamente edificata da papa Urbano. Et inanzi che si partisse, nell'Isola Visentina nel lago di Bolsena, fece fare due tempietti piccioli, uno de i quali era condotto di fuori a otto facce e dentro tondo, fabbricato con leggiadro ordine, e l'altro era di fuora quadro , e dentro in otto facce, e nelle facce de' cantoni erano quattro nicchie, una per ciascuno, i quali fecero testimonio di quanto egli sapesse usare la varietà ne' termini delle architetture. E cosí, mentre che questi tempii si fabbricavano, egli tornò in Roma, e diede principio sul canto di Santa Lucia, dove al presente è la nuova Zecca, al palazzo del Vescovo di Cervia, il quale non si finí. Fece ancora quello del Signore Ottavio de' Cesis, cosa onoratissima. Vicino a Corte Savella fece la chiesa di Santa Maria di Monerrato, la quale è tenuta bellissima.
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