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      Conferí ciò con i parenti suoi, che ne lo sconfortarono molto, essendo disconvenevole in ogni parte per esso, il quale doveva fuggir quello, che con suo danno e mal grado del proprio fratello cercava d'avere. Ma lo amore, che lo teneva morto, e 'l dispetto e la gara lo fecero dare in preda allo appetito, onde conseguí l'intento suo. Era naturalmente Antonio contra i suoi prossimi ostinato e crudele; il quale empio costume fu cagione che il padre di esso non molto inanzi, con animo disperato, continuamente visse per lui, e veggendosi nella vecchiezza abbandonato dal proprio figliuolo, piú di questo che d'altro s'era morto.
      Era questa sua donna tanto altiera e superba, che non come moglie di uno architetto, ma a guisa di splendidissima signora faceva disordini e spese tali, che i guadagni, che per lui furono grandissimi, erano nulla alla pompa et alla superbia di lei. Che oltra lo essere stata cagione che la suocera si uscisse di casa e morisse in miseria, non potette ancora guardar mai con occhio diritto alcuno de' parenti del marito, e solo attese ad alzare i suoi, e tutti gli altri ficcar sotto terra. Né per questo restò Batista fratello di lui, come persona di ingegno ben dotato dalla natura et ornato straordinariamente di buoni costumi, di servirlo et onorarlo sempre mai e con ogni sollecitudine in tutto ciò che gli fu possibile, ma tutto invano perché mai non gli fu mostrato da quello un segno pure di amorevolezza, in vita o in morte.
      Era assai poca comodità di stanze in palazzo, per il che Papa Clemente ordinò che Antonio sopra la Ferraria cominciasse quelle dove si fanno i concistori publici, le quali da Clemente furono lodate.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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