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      Fece farvi poi sopra le stanze de' camerieri di Sua Santità, et ancora fece sopra il , tetto di queste stanze, la quale opra fu pericolosa molto con tanto rifondare. E nel vero in questo Antonio valse molto, atteso che le fabbriche di lui mai non mostrarono un pelo, né fu mai de' moderni architetto piú securo né piú accorto in congiungere mura. Andò poco dopo questo per ordine del papa a Santa Maria de Loreto, et ordinò che si coprisse di piombo i tetti, e quella, che ruinava, rifondò, dandole miglior forma e miglior grazia che ella non aveva prima. Avvenne che la fuga del sacco di Roma fece ritirare il papa nella sua partita in Orvieto, dove la corte infinitamente pativa disagio d'acqua. Talché venne pensiero al papa di fare murare di pietra un pozzo in quella città, con larghezza di XXV braccia e due scale intagliate nel tufo, l'una sopra l'altra a chiocciola, secondo che 'l pozzo girava, e che si scendesse sino in su 'l fondo per due scale a lumaca doppie in questa maniera: che le bestie andavano per l'acqua, entrando per una porta, calassino sino in fondo, per la lumaca deputata solamente a lo scendere, et arrivate su 'l ponte dove si carica l'acqua, senza ritornare in dietro, passassino a l'altro ramo della lumaca, che si aggira sopra quello della scesa, e se ne venissino suso e, per una altra porta diversa e contraria alla prima, riuscissino fuori de 'l pozzo. Cosa ingegnosa di capriccio e maravigliosa di bellezza, la quale fu condotta quasi al fine inanzi che Clemente morisse.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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