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      Fu Giulio Romano discepolo del grazioso Raffaello da Urbino, e per la natura di lui mirabile et ingegnosa, meritò piú de gli altri essere amato da Raffaello, che ne tenne gran conto, come quello che di disegno, d'invenzione e di colorito tutti i suoi discepoli avanzò di gran lunga. E ben lo mostrò Raffaello, mentre ch'e' visse, nel farlo di continuo lavorare su tutte le piú importanti cose che egli dipignesse, nelle quali, come curioso e desideroso d'imitare il suo maestro, attese molto alle cose d'architettura. E per lo diletto che in tal cosa sempre pigliò, fece di nuove capricciose e belle fantasie. Come si vede ancora alla vigna del papa, vicino a Monte Mario, nella quale è un componimento leggiadrissimo nella entrata e di stravaganzia nelle facce di fuora, e nel cortile di dentro il medesimo si vede. La quale opera e , per le fontane, che rustiche fece lavorar, e per quelle che domestiche ci sono, e per ogni ornamento fattovi è la piú bella che sia fuor di Roma, per ispasso di vigne e per grandezza e bellezza di luogo. Per essere in quella una fonte lavorata di musaico alla rustica, di gongole, telline et altre cose maritime, per le mani del mirabile Giovanni da Udine, che, per essere stata da lui investigata dallo antico, è la prima ne' moderni ch'ha dato lume di far quelle, che sí belle in Roma e sparse per Italia sono sí maravigliose di varietà e d'ornamento. E per mano del medesimo sono ancora gli stucchi, che in tal vigna nelle belle logge fece e le grottesche che vi si veggono dipinte, delle quali egli il primo di tale arte fra' moderni fu capo, e piú di tutti divino è stato tenuto.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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