Per il che Perino, che aveva lavorato un'arme de 'l papa in fresco col cartone di Giulio Romano sopra la porta de 'l Cardinal Ceserino, si portò tanto egregiamente, che dubitarono di lui, perché, ancora che eglino avessino il nome di discepoli di Raffaello e redato le cose sue, non avevano redato interamente l'arte e la grazia che egli coi colori dava alle sue figure. Presono partito adunque Giulio e Gian Francesco d'intrattenere Perino, e cosí l'anno Santo del Giubileo MDXXV diedero la Caterina, sorella di Gianfrancesco, a Perino per donna, acciò che fra loro fussi quella intera amicizia, che tanto tempo avevon contratta, convertita in parentado. Laonde continovando a le opere che egli faceva continovamente, non ci andò troppo tempo che, per le lode dategli nella prima opera fatta in S. Marcello, fu deliberato dal priore di quel convento e da certi capi della Compagnia del Crocifisso, la quale ci ha una cappella fabbricata da gli uomini suoi per ragunarvisi, che ella si dovesse dipignere; e cosí allogorono a Perino questa opera, con isperanza di avere qualche cosa eccellente di suo. Perino, fattovi fare i ponti, cominciò l'opera, e fece nella volta a mezza botte, nel mezzo, una storia quando Dio, fatto Adamo, cava de la costa sua Eva sua donna, nella quale storia si vede Adamo ignudo, bellissimo et artifizioso che, oppresso dal sonno, giace, mentre che Eva vivissima a man giunte si leva in piedi e riceve la benedizzione dal suo Fattore, la figura del quale è fatta di aspetto ricchissimo e grave, in maestà, diritta, con molti panni attorno, che vanno girando i lembi lo ignudo; fecevi da una banda a man rit,ta due Evangelisti, de' quali finí tutto il San Marco et il San Giovanni, eccetto la testa et un braccio ignudo.
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