Fecevi in mezzo fra l'uno e l'altro, due puttini che abracciano per ornamento un candelliere, che veramente son di carne vivissimi, e similmente i Vangelisti molto belli, nelle teste e ne' panni e braccia e tutto quel che lor fece di sua mano.
La quale opera, mentre che egli la fece, ebbe molti impedimenti, e di malattie e d'altri infortuni, che accagiono giornalmente a chi si vive. Oltra che dicano che mancarono danari ancora a quelli della compagnia; e talmente andņ in lunga questa pratica che l'anno MDXXVII venne la rovina di Roma, che fu messa quella cittą a sacco, e spento molti artefici e distrutto e portato via molte opere. Perino, trovandosi in tal frangente, et avendo donna et una puttina, con la quale corse in collo per Roma per camparla di luogo in luogo, fu in ultimo miserissimamente fatto prigione, dove si condusse a pagar taglia con tanta sua disavventura, che fu per dar la volta del cervello.
Passato le furie del sacco, era sbattuto talmente per la paura che egli aveva ancora, che le cose dell'arte si erano allontanate da lui; fece nientedimeno per alcuni soldati spagnoli tele a guazzo et altre fantasie e, rimessosi in assetto, viveva come gli altri poveramente. Era rimasto il Baviera, che teneva le stampe di Raffaello, che non aveva perso molto, e per l'amicizia che egli aveva con Perino, per intrattenerlo gli fece disegnare una parte d'istorie, quando gli dči si trasformano per conseguire i fini de' loro amori. I quali furono intagliati in rame da Iacopo Caraglio eccellente intagliatore di stampe.
| |
Vangelisti Roma Roma Baviera Raffaello Perino Iacopo Caraglio
|