Cosí adunque, parte per non potere e parte perché gl'incresceva, piacendoli piú il disegnare che il condur l'opere, andava seguitando quel medesimo ordine, che già tenne Raffaello da Urbino nell'ultimo della sua vita. Il quale quanto sia dannoso e di biasimo ne fanno segno l'opere de' Chigi e quelle che son condotte da altri, come ancora mostrano queste che fece condurre Perino. Oltra che elle non hanno arrecato molto onore a Giulio Romano ancora, dico, quelle che non son fatte di lor mano. Et ancora che si faccia piacere a i principi, per dar loro l'opere presto, e forse benefizio a gli artefici che vi lavorono, se fussino i piú valenti del mondo non hanno mai quello amore alle cose d'altri, che altrui vi ha da se stesso. Né mai per ben disegnati che siano i cartoni, si imita appunto e propriamente come fa la mano del primo autore. Il quale, vedendo andare in rovina l'opera, disperandosi lascia precipitare affatto. Atteso che chi ha sete d'onore debbe far da sé solo. E questo lo posso io dir per prova che, avendo io faticato con grande studio i cartoni della sala della Cancelleria nel palazzo di San Giorgio di Roma che, per aversi a fare con gran prestezza in cento dí vi si messe tanti pittori a colorirla, che diviarono talmente da i contorni e bontà di quelli, che feci proposito e cosí osservato che d'allora in qua nessuno ha messo mano in sulle opere mie. Laonde chi vol conservare i nomi e le opere, ne faccia meno, e tutte di man sua se e' vol conseguire quello intero onore che cerca acquistare un bellissimo ingegno.
| |
Raffaello Urbino Chigi Perino Giulio Romano Cancelleria San Giorgio Roma
|