Onde Lodovico, avendo amistà con Domenico Ghirlandai pittore, andatosene a la sua bottega, gli ragionò a lungo di Michele Agnolo. Perché Domenico, visto alcuni suoi fogli imbrattati, giudicò essere in lui ingegno da farsi in questa arte mirabile e valente. Onde Lodovico, raccomandatosi a Domenico de 'l carico che gli pareva avere di sí grave famiglia, senza trarne utile alcuno, si dispose lasciargli Michele Agnolo, e convennero insieme di giusto et onesto salario, che in quel tempo cosí si costumava. Prese Domenico il fanciullo per tre anni, e ne fecero una scrittura com'e' ancora oggi appare a un giornale di Domenico Ghirlandai, scritto di sua mano, e di mano di esso Lodovico Buonaroti le ricevute tempo per tempo, le quali cose si ritrovano ora appresso di Ridolfo Ghirlandaio figliuolo di Domenico sopradetto.
Cresceva la virtú e la persona di Michele Agnolo di maniera che Domenico stupiva, vedendolo fare alcune cose fuor d'ordine di giovane, perché gli pareva che non solo vincesse gli altri discepoli de i quali aveva egli numero grande, ma ch'e' paragonasse in molte le cose fatte da lui come maestro. Ora advenne che, lavorando Domenico la cappella grande di Santa Maria Novella, un giorno ch'egli era fuori si mise Michele Agnolo a ritrarre di naturale il ponte con alcuni deschi, con tutte le masserizie dell'arte, et alcuni di que' giovani che lavoravano. Per il che, tornato Domenico, e visto il disegno di Michele Agnolo, disse: "Costui ne sa piú di me"; e rimase sbigottito della nuova maniera e della nuova imitazione che, dal giudizio datogli dal cielo, aveva un simil giovane in età cosí tene,ra, ch'invero era tanto quanto piú desiderar si potesse nella pratica d'uno artefice che avesse operato molti anni.
| |
Lodovico Domenico Ghirlandai Michele Agnolo Domenico Lodovico Domenico Michele Agnolo Domenico Domenico Ghirlandai Lodovico Buonaroti Ridolfo Ghirlandaio Domenico Michele Agnolo Domenico Domenico Santa Maria Novella Michele Agnolo Domenico Michele Agnolo
|