Dolendosi adunque Lorenzo, che amor grandissimo portava alla pittura et alla scultura, , che ne' suoi tempi non si trovassero scultori celebrati e nobili, come si trovavano molti pittori di grandissimo pregio e fama, deliberò, come io dissi, fare una scuola; e per questo chiese a Domenico Ghirlandai che, se in bottega sua avesse de' suoi giovani che inclinati fossero a ciò, li inviasse a 'l giardino, dove egli desiderava di esercitargli e creargli in una maniera, che onorasse e lui e la città sua.
Laonde da Domenico gli furono per ottimi giovani dati fra gli altri Michele Agnolo e Francesco Granaccio; per il che, andando eglino a 'l giardino, vi trovarono che il Torrigiano, giovane de' Torrigiani, lavorava di terra certe figure tonde, che da Bertoldo gli erano state date. Michele Agnolo, vedendo questo, per emulazione alcune ne fece; dove Lorenzo, vedendo sí bello spirito, lo tenne sempre in molta aspettazione, et egli inanimito dopo alcuni giorni si mise a contrafare con un pezzo di marmo una testa antica che v'era. Onde Lorenzo, molto contento, ne fece gran festa e gli ordinò provisione, per aiutar suo padre e per crescergli animo, di cinque ducati il mese, e per rallegrarlo gli diede un mantello paonazzo, et al padre uno officio in dogana. Vero è che tutti quei giovani erano salariati, chi assai e chi poco, da la liberalità di quel magnifico e nobilissimo cittadino, e da lui, mentre ch'e' visse, furono premiati.
Era il giardino tutto pieno d'anticaglie e di eccellenti cose molto adorno, per bellezza, per studio e per piacere ragunate in quel loco.
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