Furono adunque messi mezzani, perché vedesse questa, e n'ebbe grazia. Onde, veggendo egli l'artificio di Michele Agnolo, stupí. Per il che fu da lui domandato , che gli pareva di quella figura. Rispose il Francia che era un bellissimo getto. Intese Michele Agnolo che e' lodasse piú il bronzo che l'artificio, perché sdegnato e con collera gli rispose: "Va' al bordello tu e 'l Cossa, che siete due solennissimi goffi nell'arte". Talché il povero Francia si tenne vituperatissimo in presenza di quegli che erano quivi. Dicesi che la Signoria di Bologna andò a vedere tale statua, la quale parve loro molto terribile e brava. Per il che volti a Michele Agnolo gli dissero che l'aveva fatta in attitudine sí minacciosa, che pareva che desse loro la maledizzione, e non la benedizzione. Onde Michele Agnolo ridendo rispose: "Per la maledizzione è fatta". L'ebbero a male quei signori, ma il papa, intendendo il tratto di Michele Agnolo, gli donò di piú trecento scudi. Questa statua fu poi ruinata da' Bentivogli, e 'l bronzo di quella venduto al Duca Alfonso di Ferrara che ne fece una artiglieria, oggi chiamata la Giulia: salvo la testa, la quale ancora si trova ne la sua guarda roba.
Era già ritornato il papa in Roma e, mosso dall'amore che portava alla memoria del zio, sendo la volta della cappella di Sisto non dipinta, ordinò che ella si dipignesse. E si stimava per l'amicizia e parentela che era fra Raffaello e Bramante ch'ella non si dovesse allogare a Michelangelo. Ma pure per commissione del papa et ordine di Giulian da San Gallo fu mandato a Bologna per esso e, venuto che e' fu, ordinò il papa che tal cappella facesse e tutte le facciate con la volta si rifacessero.
| |
Michele Agnolo Francia Michele Agnolo Cossa Francia Signoria Bologna Michele Agnolo Michele Agnolo Michele Agnolo Bentivogli Duca Alfonso Ferrara Giulia Roma Sisto Raffaello Bramante Michelangelo Giulian San Gallo Bologna
|