Dove nella figura dell'Angelo appare con grandezza e nobiltà la esecuzione del mandato d'un Signore adirato, e nella attitudine di Adamo il dispiacere del suo peccato, insieme con la paura della morte; come nella femmina similmente si conosce la vergogna, la viltà e la voglia del raccomandarsi, mediante il suo restringersi nelle braccia, giuntar le mani a palme e mettersi il collo in seno; e nel torcere la testa in verso l'Angelo, che ella ha piú paura della iustizia che speranza della misericordia divina. Né è di minor bellezza la storia del sacrifizio di Noè, dove sono chi porta le legne e chi soffia chinato nel fuoco et altri chescannano la vittima; la quale certo non è fatta con meno considerazione et accuratezza che le altre. Usò l'arte medesima et il medesimo giudizio nella storia del Diluvio, dove appariscono diverse morti d'uomini, che, spaventati dal terrore di que' giorni, cercano il piú che possono, per diverse vie, scampo alle lor vite. Percioché, nelle teste di quelle figure, si conosce la vita esser in preda della morte, non meno che la paura, il terrore et il disprezzo d'ogni cosa; vedevisi la pietà di molti che, aiutandosi l'un l'altro tirarsi al sommo d'un sasso, cercano scampo. Tra' quali vi è uno che, abbracciato un mezzo , morto, cerca il piú che può di camparlo, che la natura non lo mostra meglio. Non si può dire quanto sia bene espressa la storia di Noè quando, inebriato dal vino, dorme scoperto, et ha presenti un figliuolo che se ne ride e due che lo ricuoprono; storia e virtú d'artefice incomparabile e da non potere essere vinta se non da se medesima.
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Angelo Adamo Angelo Diluvio
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