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      Con ciò sia che, avendo egli prestato a quella repub mille scudi e trovandosi de' Nove della milizia, uficio deputato sopra la guerra, volse tutto il pensiero e lo animo suo a fortificare il poggio di San Miniato, in su il quale fece fare i bastioni con tanta diligenzia, che altrimenti non si farebbono da chi gli volesse piú là che eterni. Bene è vero che, stringendosi poi ogni giorno piú le cose dello assedio, per sicurtà della sua persona, egli pur finalmente si risolvé a partirsi di Fiorenza et andarsene a Vinegia. E per questo segretamente, che nessuno lo sapesse, fece provisione, menandone seco Antonio Mini suo creato e 'l Piloto orefice amico fido suo, e con essi portarono sul dosso uno imbottito per uno di scudi ne' giubboni. Et a Ferrara condotti, riposandosi, avvenne che per gli sospetti della guerra e per la lega dello imperatore e del papa, ch'erano intorno a Fiorenza, il Duca Alfonso da Este teneva ordini in Ferrara e voleva sapere secretamente da gli osti che alloggiavano, i nomi di tutti coloro che ogni dí alloggiavano, e la lista de' forestieri, di che nazione si fossero, ogni dí si faceva portare. Avvenne dunque che, essendo Michele Agnolo quivi con li suoi scavalcato, fu ciò per questa via noto al duca, perché egli, il quale fu principe di grande animo e mentre ch'e' visse si dilettò continuamente delle virtú, man,dò subito alcuni de' primi della sua corte che per parte di Sua Eccellenzia in palazzo e dove era il duca lo conducessero, et i cavalli et ogni sua cosa levassero e bonissimo alloggiamento in palazzo gli dessero.


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Le vite de' più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri.
di Giorgio Vasari
1550 pagine 1014

   





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