Cominciò an,cora una figuretta di marmo per Baccio Valori, d'uno Apollo che cavava una freccia de 'l turcasso, acciò col favor suo fosse mezzano in fargli fare la pace col papa e con la casa de' Medici, la quale era da lui stata molto ingiuriata. E per la virtú sua meritò che gli fosse perdonato, atteso ch'egli era molto volto a cose brutte e contra di loro aveva promesso fare disegni e statue ingiuriose, in vituperio di chi gli aveva dato il primo alimento nella sua povertà. Dicono ancora che nel tempo dello assedio gli nacque occasione per la voglia che prima aveva d'un sasso di marmo di nove braccia venuto da Carrara, che per gara e concorrenza fra loro, Papa Clemente lo aveva dato a Baccio Bandinelli; ma per essere tal cosa del publico, Michele Agnolo la chiese al Gonfaloniere, e glielo diedero che facesse il medesimo, avendo già Baccio fatto il modello e levato di molta pietra per abbozzarlo. Onde fece Michele Agnolo un modello, il quale fu tenuto maraviglioso e cosa molto vaga. Ma nel ritorno de' Medici fu restituito a Baccio, perché a Michele Agnolo convenne andare a Roma a Papa Clemente. Il quale, benché ingiuriato da lui, come amico della virtú gli perdonò ogni cosa, e gli diede ordine che tornasse a Fiorenza e che la libreria e la sagrestia di San Lorenzo si finissero del tutto. E per abbreviare tale opera una infinità di statue che ci andavano compartirono in altri maestri. Egli n'allogò due al Tribolo, una a Raffaello da Monte Lupo et una a Gio Agnolo già suto frate de' Servi, tutti scultori, e gli diede aiuto in esse faccendo a ciascuno i modelli in bozze di terra.
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