Prese in ultimo uno urbinate, il quale del continuo l'ha servito e governato, e sí da quello s'è trovato secondo l'animo suo sodisfatto, ch'è poco tempo ch'egli, ammalando, disse questo patire, perché giorno e notte governandolo non lo aveva abbandonato mai, e per essere egli vecchio fu questo dispiacere per terminargli la vita, nascendo questo da cordiale amore e da rispetto dell'obligo che gli pareva avere. Certamente si può far giudizio che di bontà d'animo, di prudenzia e di sapere nello esercizio suo, non l'abbia mai passato nessuno. E coloro tutti che a fantasticheria et a stranezza gli hanno attribuito l'allontanarsi da le pratiche, debbono scusarlo, perché veramente si può dire, che chi interamente vuole operare di perfezzione in tal mestiero, è sforzato quelle fuggire, perché la virtú vuol pensamento, solitudine e comodità, e non errare con la mente e disviarsi nelle pratiche. Cosí egli non ha mancato a se medesimo et ha giovato grandemente con lo affaticarsi a tutti gli artefici, e di onorati vestimenti ha sempre la sua virtú ornato, dilettatosi di bellissimi cavalli, perché essendo egli nato di nobilissimi cit,tadini ha mantenuto il grado, e mostrò il sapere di maraviglioso artefice.
Dopo tante sue fatiche, già alla età di LXIII anni s'è condotto, e di continuo sino al presente con bellissime e savie risposte s'ha fatto conoscere com'uom prudente, e stato nel suo dire molto coperto et ambiguo, avendo le cose sue quasi due sensi, et usato di dire sempre che le poche pratiche fanno vivere l'uomo in pace, benché ciò in questo ultimo possa egli male osservare; atteso che la morte di Anton da San Gallo gli ha fatto pigliar la cura della fabrica di Farnese del palazzo di Campo di Fiore e di quella di San Pietro.
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