Mentre che egli faceva finire la sepoltura di Giulio, fece a uno squadratore condurre un termine, che poi alla sepoltura in San Piero in Vincola pose, con dire: "Lieva oggi questo, e spiana qui, e pulisci qua"; di maniera che senza che colui se n'avvedessi, gli fé fare una figura. Perché finita colui maravigliosamente la guardava, disse Michele Agnolo: "E che te ne pare?" "Parmi bene - rispose colui - e v'ho grande obligo" "Perché?" soggiunse Michele Agnolo. "Perché io ho ritrovato per mezzo vostro una virtú che io non sapeva d'averla". Un suo amico raccomandò a Michele Agnolo un altro pur suo amico, che aveva fatto una statua, pregandolo che gli facesse dare qualcosa piú; il che amorevolmente fece. Ma l'invidia dello amico, che richiese M Agnolo credendo che non lo dovesse fare, veggendo che pure l'avea fatto se ne dolse, e tal cosa fu detta a M Agnolo; onde rispose che gli dispiacevano gli uomini fognati: stando nella metafora della architettura, intendendo che con quegli ch'hanno due bocche mal si può praticare. Domandato da uno amico suo quel che gli paresse d'uno che aveva contrafatto di marmo figure antiche, de le piú celebrate, vantando,si lo imitatore che di gran lunga aveva superato gli antichi, rispose: "Chi va dietro altrui, mai non gli passa inanzi". Aveva non so chi pittore fatto una opera, dove era un bue che stava meglio de l'altre cose; fu domandato perché il pittore aveva fatto piú vivo quello che l'altre cose, disse: "Ogni pittore ritrae se medesimo bene". Passando da San Giovanni di Fiorenza gli fu domandato il suo parere di quelle porte, et egli rispose: "Elle sono tanto belle, che starebbono bene alle porte del Paradiso".
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