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      In questo fatto fu ferito, preso e barbaramente trucidato dai Tedeschi fra Paris, fratello di Agostino Pinelli, cavaliere di Malta, il quale, udito il pericolo della patria, era prestamente accorso per giovarle e col consiglio e col braccio, in entrambi valentissimo. Il cadavere di lui, tutto lacero, e indegnamente tronco da uomini inscienti d’ogni legge divina ed umana, venne ricompro a contanti e trasportato in Genova. Nella cattedrale, come a quella del Canevari, vennero alla cara salma fatti gli ultimi onori con solenni esequie. V’intervennero i magistrati, la nobiltà e il popolo, ed i primi ufficiali di guerra.
     
      XVIII.
     
      La costanza genovese e la caponaggine austriaca continuavano ad urtarsi. La vittoria però non doveva essere ormai dubbia. Da un lato si combatteva per la libertà, dall’altro pella servitù; valore, umanità e diritto stavano pei Genovesi, viltà, crudeltà e dispotismo pegli Austriaci.
      Il 30 giugno da Antibo giungeva in Genova Agostino Haumada, distintissimo generale spagnuolo, mandato da Lasminas in surrogazione del morto Taubin. Quell’arrivo rinforzò sempre più le speranze dei Genovesi; imperocchè se la Spagna mandava uno de’ più scelti suoi generali era argomento che neppur essa rallentava del suo favore verso la Repubblica. In quel torno di tempo seppesi pure che il castello di Ventimiglia si era arreso alle forze Gallo-Ispani. Ciò diede prova manifesta come essi avessero gli eserciti in buon assetto di guerra, e non restasse loro più altro impedimento per venire avanti che le difficoltà dei passi.


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Balilla
La cacciata degli austriaci da Genova (1746)
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1865 pagine 131

   





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