AL PRODE BERGAMASCOFRANCESCO NULLO
MORTO IN POLONIAIL 5 MAGGIO 1863
COMBATTENDO PER LA LIBERTĄ
IN ITALIA GIĄ DA LUI COTANTO PROPUGNATAQUESTE MEMORIE
COLL'AFFETTO DI UN CUORE DIVOTOL'AUTORE CONSACRA.
I
Dopo l'infelice giornata di Custoza, Brescia, ritornata colla Lombardia sotto l'austriaco reggimento, o per meglio dire sotto la militare licenza, aveva serbato il pił austero, il pił dignitoso contegno. Mesi lunghi e lentissimi corsero per quella generosa cittą dall'agosto 1848, al marzo 1849, se si pensi che l'un di pił che l'altro crescevano i motivi all'odio contro i truculenti generali dell'Austria, e la baldanza a questi e la disperazione d'ogni indugio; e pił ancora se si consideri che molti incitamenti e d'uomini e di circostanze rinfuocavano le speranze e irritavano l'impazienza dei popoli. Ma nč lo scoppio della rivoluzione avvenuta in Vienna nell'ottobre, nč i moti della Valle Intelvi scossero la forte Brescia, a cui pareva che fossero da aspettare pił sicuri segni e pił fidi consigli.
Intanto infuriavano gli invasori, ebbri di paura e di vendetta. Oltre alle prescrizioni, agli assassini legali, ai sequestri, alle multe, che ingoiavano interi patrimonī, alle bastonature e alle prigionie mettevano mano ai pił strani ed insoliti argomenti di tirannide. Bandivano una tassa sulle pietre e sui mattoni che si fossero trovati altrove che nei fondachi dei venditori, o in sull'opera dei manovali; richiamavano i disertori, che era quanto dire la gioventł profuga oltre il Ticino o pei monti, minacciando di trascinare al servizio militare i parenti di quelli, e non erano pochi, che non rispondessero all'appello; reprimevano peggio che con parole una scaramuccia infantile, animoso simulacro di guerra; giungevano fino alla stoltezza di comandare la gioia e di obbligare i cittadini a mostrarsi frequenti ai teatri.
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