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      Anzi di quest'armistizio fu mandata copia a Brescia. Numerava sei articoli, che in sostanza portavano, doversi l'Austriaco ritirare oltre l'Adige, sgombrando le provincie lombarde e le fortezze del Mincio, e serbando rispetto alle vite ed alle proprietà delle popolazioni, framezzo alle quali gli si concedeva la ritirata. "E quest'ultima condizione, narra il Correnti, che assai bene quadrava ai Bresciani, indusse il Comitato a mandare un medico militare al generale Nugent, perchè lo ammonisse a ritirarsi oltre l'Adige, senza più molestare, violando i patti, i popoli lombardi. Il generale, il quale era, come dicemmo, malamente ferito, appena sentì le parole del parlamentario, che, senza più oltre chiarire le cose, come la giustizia e l'umanità avrebbero pur voluto, gl'intimò di levarsegli d'innanzi e di tornare a' suoi infermi. Ma i cittadini, ingannati da tanta concordia di liete novelle, e non disingannati nè dagli amici, nè dai nemici, sempre più si persuadevano che gl'Imperiali, battuti e perseguitati in sul Ticino dai Piemontesi, volessero per sete di vendetta e di preda buttarsi su Brescia e farne strazio prima di ridursi entro le linee loro assegnate dai Vincitori."
      Mentre di tali speranze si pascevano i Bresciani, le fanterie nemiche, le quali, finchè bastò la luce diurna, erano state tenute in rispetto, col favore delle tenebre, in silenzio e rapidamente, per la porta di soccorso, si riducevano in castello. E poco oltre la mezzanotte vi giunse anche, da niuno aspettato, il tenente maresciallo Haynau colla scorta del secondo battaglione del reggimento fanti di Baden.


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Il martirio di Brescia.
Narrazione documentata
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 125

   





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