Haynau meravigliò come Brescia ancora combattesse tanto arditamente; e ne furono sì sbigottiti i soldati, che a porta Torrelunga vennero in tanta confusione, che se i nostri fossero stati più numerosi e freschi, come erano intrepidi, forse ne usciva la salute dell'eroica città.
Schiere austriache si erano avanzate a scaglioni dal lato della Bruttanome, ed avevano piantati due cannoni per battere le interne barricate, quando ardimentosi cittadini colle baionette e colle picche erano sboccati per una via traversa, si erano avventati contro quelle con immenso impeto, avevano rovesciate le prime file, ed erano riusciti addosso ai cannoni, che i soldati avevano dovuto difendere coi loro corpi e tirare a forza di braccia fin presso le mura.
Questa fu l'ultima vittoria del popolo bresciano. Imperocchè in quell'istante istesso, in cui i soldati in sulle mura e a capo delle vie, storditi dell'irruente furia bresciana, cominciavano a piegare, nuove artiglierie e nuovi battaglioni giungevano dal Ticino e dal Mincio sotto la città, e l'Haynau li faceva subito entrare nella battaglia, che da quel punto egli condusse con arte veramente infernale. Schierate le artiglierie sulle mura, e agli sbocchi delle vie spaziose si davano gli Austriaci a mitragliare, affinchè i cittadini non potessero stringere d'appresso colle armi corte i soldati: poi, inquietando con falsi assalti e con rumore di moschetti i difensori delle barricate, di repente dirizzavano il cannone e l'impeto dei guastatori contro qualche casa, i cui muri sfasciandosi lasciavano accesso ai soldati, i quali vi irruivano, col ferro e col fuoco ove non era difesa alcuna.
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