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      La baldoria delle festività rumorose venivasi mano mano pur racquetando. La mente di parecchi posò per riflettere sui nuovi casi e trarne norma alle proprie azioni: gli uni a rivolgerle all'italica vita, gli altri all'individuale ambizione, i troppi alle sfrenatezze politiche. Per cui il nostro paese presentò alla gente illuminata la anarchia delle idee; il governo, l'ignoranza del maneggio della pubblica cosa; il popolo, il genio della rivoluzione bensì, ma fiacchezza nei propositi, facilità di spogliarsi della virtualità del sacrificio, di credere alla parola di quelli che, di lui temendo, sanno con arte fina trarlo nell'inerzia.
      I governi provvisori, che qua e là vennero sorgendo, mano mano cioè che, all'esempio di Milano, le altre terre di Lombardia e quelle della Venezia cacciavano il nemico, erano composti da uomini di casato o di censo; da magistrati municipali dei tempi degli Austriaci, sudditi queruli, ma non energici; da qualche vittima dei caduti governi; da qualche avvocato in grido o scrittore di novelle. Codesti uomini, dondolandosi in seno di fallaci speranze di potenti aiuti del Re sabaudo, spensero a tutta possa il pubblico entusiasmo, risuscitarono le mal sopite discordie col parlare di agglomeramenti, d'innesti, di fusioni di popoli, invece di provvedere forti e pronti mezzi per discacciare oltre l'Alpi il nemico, di assecondare gli sforzi eroici dei soldati piemontesi coll'attivare la coscrizione, col chiamare alle armi l'italica gioventù, coll'affrettare la compera delle armi, e poter dire un giorno con nobile orgoglio: "L'Italia sta ed ha fatto da sè. Pusilli, per non dir peggio, guardavano invece con occhio diffidente quelli che in loro desideravano energia di propositi, sprezzavano i volontari accorrenti da ogni dove; e non potendo porre un obice all'impeto di quelle sacre falangi, facevano in modo che esse avessero ad essere in balia di sè stesse, a mancare di tutto; non furono rari i giorni in cui quegli eletti giovani d'Italia ebbero a piatire il pane.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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