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      Il corpo del Nugent era in buona parte composto di Transilvani e Croati, gente brutta, ingorda e ladrona, uscita dalle povere sue contrade per far numero e forza, ed opprimere con ogni crudeltà, con ogni preda il paese infestato da' suoi passi. E' campeggiavano sui prati tra Visnadello e Fontane, e spingevansi qua e là a drappelli, rubando nei vicini villaggi. Lo stesso giorno che il Ferrari si dirigeva per a Mestre, il generale Guidotti, col moschetto alla mano, quasi semplice milite, volle fare una sortita coi pochi che consentirono seguirlo. "Soldati, aveva detto, il generoso italiano, il primo posto del pericolo è quello dei vostri generali; noi non vi diciamo di avanzarvi inverso l'inimico, vi diciamo soltanto di seguirci." Ciò detto si slanciava solo in mezzo alla via, a pochi passi dagli Austriaci; e per tre volte faceva fuoco sull'oste vicina, con ardimento che è quasi incomprensibile al coraggio umano. Rotto il cuore dall'angoscia, voleva morire. Invano Ugo Bassi il raggiungeva a cavallo per esortarlo a non esporsi a certo pericolo. Egli fu irremovibile, e gridò ancora: Vincere o morire! Nè fu lontano l'avveramento del presagio. Colpito in mezzo alla fronte, cadde riverso sul terreno, e le sue ultime parole suonarono: Italia e libertà. Un grande cittadino perdette la patria, e un guerriero fortissimo l'esercito romano. Guidotti portò in cielo intemerata e bella la palma del martirio.
     
      V.
     
      La pubblica opinione aveva già mormorato sull'inutile tentativo fatto sopra Peschiera.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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