Fu nella chiesetta delle Grazie che il fiero e cittadino sacerdote Giambastiani, cappellano militare, ne disse l'orazione funebre, e il capitano dello stato maggiore, Enrico Mayer, notissimo letterato e cittadino di Livorno, ne dettò una bellissima iscrizione.
Il giorno 12, Gorzkowky ordinava ai campagnoli, che abitavano presso la città, che disloggiassero immantinente e si riducessero nell'interno. E l'indomani, poco oltre il mezzogiorno, quel generale spingeva numerose colonne con molta artiglieria verso Montanara, San Silvestro e Curtatone. Il colonnello Campia faceva quivi una gagliarda resistenza, sapendo trarre profitto del valore dei nostri artiglieri, diretti dal Niccolini e dal Mossele, della giustezza dei tiri dei bersaglieri volontari e dei Napoletani civili; i quali continuamente respinsero le barche armate, mostrantisi minacciose sul Mincio. In quella mischia erano feriti Cesare Rossaroll ed Enrico Poerio.
Trovavasi a caso nel campo, per ispezionare le scarse truppe, il ministro della guerra, De-Neri Corsini; egli volle assistere a cavallo a quella fortunata fazione.
Il colonnello Giovannetti alle grida di Viva l'Italia! attaccava il nemico sulla fronte di Montanara. Il generale De-Laugier sosteneva con due compagnie la posizione avanzata di San Silvestro. Il Giovannetti, approfittando dell'altezza del grano e della boscata delle vigne, assaltava di fianco gli Austriaci, che ripiegavano sino al camposanto; finchè, infugati da tutti i punti, si ritiravano nelle turrite mura, seco trascinando parecchie carri di feriti e di morti.
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