Il foglio di Fontana trovava il De-Laugier già avvisato da Bava, il quale avevagli pur promesso un sollecito e valido soccorso. Il generale toscano, con pochissime truppe in paragone di quelle nemiche, non contando che 4,685 fanti, 100 cavalli, 6 cannoni e 2 obici sulla lunga linea da San Silvestro alle Grazie, senza precise istruzioni, senza precise promesse d'aiuti, sentiva di assumere una grande responsabilità. Ov'egli senza combattere si fosse ritirato su Goito, le più acerbe e più odiose critiche avrebbero il suo nome infamato. Aspettando di piè fermo gli Austriaci, esponeva i suoi ad un macello, ma salvava l'onore suo e quello della gioventù toscana pronta, come i soldati di Leonida, ad ogni sacrificio per l'Italia. De-Laugier decideva di star saldo.
È triste quanto glorioso il racconto della disperata lotta in cui durò quell'eletta gioventù; glorioso perchè dimostra quanto sia il valore italiano, infiammato dal santissimo amor di patria, dal sentimento d'indipendenza e di libertà; triste per le vittime, troppo chiare sventuratamente, che dovevano col sangue loro improntare nella storia quella indelebile pagina.
Il De Laugier, verso la sera del 28 maggio, riceveva dal Bava un altro dispaccio, in cui eragli detto, si apparecchiasse a difesa; e se malgrado ogni conato avesse dovuto cedere il terreno, si ritirasse in buon ordine verso Gazzoldo; indi, approfittando dei terreni tagliati, si conducesse sin sotto Volta, ov'era il suo corpo d'ordinanza.
De Laugier cominciò a dare le opportune istruzioni, ed intimò al maggiore Fortini, il quale aveva sparso il suo battaglione di volontari in Rivolta, a Sacca e a Castelluccio, di sorvegliare le sponde del Mincio, di distruggere al bisogno il ponte di Fossa Nuova e di difendere i ridotti dell'estremo paesello, per sostenere la ritirata ai compagni.
| |
Fontana De-Laugier Bava San Silvestro Goito Austriaci Leonida Italia De Laugier Bava Gazzoldo Volta Laugier Fortini Rivolta Sacca Castelluccio Mincio Fossa Nuova
|