Avvisò il Campia a Curtatone e il Giovannetti a Montanara di ciò che avrebbero dovuto operare tanto nell'attacco, quanto nella ritirata. Egli rimase alle Grazie con un solo obice; più tardi mandò anche quello col tenente Giovanni Araldi a Montanara, chiedendo di là un pezzo da sei che non gli fu spedito.
Alle ore nove e mezzo della mattina del giorno 29 maggio, il nemico, forte di trentamila uomini con cinquanta pezzi d'artiglieria, inoltravasi pella strada di Mantova.
I bersaglieri dei volontari venivano tosto alle prese. Le nostre artiglierie rispondevano gagliardamente alle austriache. A Montanara e a San Silvestro, i liberi battaglieri, presso i quali l'ardente amor di patria suppliva al numero, saltavano le barricate e battevano allo scoperto.
De Laugier passava per di là, e faceva richiamo al Giovannetti di tanta imprudenza. L'impavido colonnello rispondevagli: "Gl'Italiani debbono mostrare il petto al nemico. È viltà il nascondersi. Lasciamolo fare agli Austriaci!"
Infrattanto il capitano d'artiglieria Contri operava con una mano di cannonieri e di volontari un'ardita esplorazione sul fianco sinistro dei nemici. Egli s'incontrava con due battaglioni, ed apriva il fuoco ed il sosteneva per qualche tempo; alfine, non ricevendo aiuti, era obbligato a ripiegare. Ma, riforzato da due compagnie di fanteria, riprendeva la offensiva, e pel momento giungeva a discacciare la soperchiante colonna.
Il battaglione degli universitari, forte di duecento ottanta uomini, e comandato dal colonnello Melani, era stato posto come riserva a Curtatone.
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