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      La storia ha già rimeritato quel generale della sua condotta.
      Sguernite le posizioni delle Grazie e di Curtatone, Radetzky spingeva forti colonne ad investire quel pugno di eroi, che, con una ostinatezza senza pari difendeva ancora i ridotti di Montanara. Ma alla furia dei colpi e alle grida dei nostri, gli Austriaci credevano che fossero truppe fresche allora allora sopraggiunte, e indietreggiavano; era d'uopo agli ufficiali porsi alla testa delle colonne, perchè le loro schiere disanimate tornassero all'assalto.
      Poco oltre le ore quattro, il generale Lichtenstein si avvedeva che i casolari della Santa erano sprovveduti di armati, e, marciando per quella volta, sboccava sulla via maestra, e minacciava alle spalle i compagni del Giovannetti. L'intrepido Toscano contrastava palmo a palmo il terreno, finchè, vedendo indebolite le sue file, e scorgendo farsi ognora più spessa l'onda nemica, avvertito pure che le altre linee erano già state abbandonate ordinava la ritirata. Appena passata la porta di Montanara, quel nodo di prodi vedeva dinanzi a sè chiusa la strada di Santa Lucia.
      Il colonnello si teneva sulla destra coi Napoletani e coi volontari, e spingeva un reggimento in colonna dietro l'artiglieria per difenderla. La spessa mitraglia lo sgominava; i cannonieri anch'essi saltavano il fosso a dritta, e spargevansi pei campi; il solo tenente Araldi, comechè ferito, rimaneva al suo posto. Incitato dal Giovannetti a ritirarsi, rispondeva: "Un buon artigliere, quando non può salvare i suoi pezzi, muore su di essi.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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