E Leopoldo Pilla pianse quel caso e ne studiò le cagioni, e ne raccolse i fatti, recandosi in vari luoghi, e più specialmente in Orciano, popolata di 800 abitanti, la quale divenne un mucchio di sassi, e in Castelnuovo della Misericordia, dove rovinarono trentatrè case rusticali; pubblicandone una importantissima descrizione, venduta a beneficio de' danneggiati. Nè passò molto tempo, che pose a stampa il primo volume del suo Corso compiuto di Geologia, il cui secondo volume non si poteva ancora pensare dovesse apparire postumo nel 1849.
Fra' pochi, cui parve sicura la morte gloriosa sui campi di Lombardia, si fu di certo Leopoldo Pilla. Il quale, eletto capitano d'una compagnia del battaglione universitario, stimolando al cammino e alla guerra il governo e la scolaresca, fu solamente tranquillo alla vista del nemico. E presago di sua prossima fine, tant'era acceso al combattere, appunto al quartiere generale delle Grazie, il dì 22 maggio scrisse di sua mano il suo testamento, per provvedere a innocente e caro bambino di tre anni, che portava il suo nome medesimo. E furono queste le sue solenni parole:
Siccome la vita e la morte è nelle mani di Dio, così trovandomi nel campo toscano nella santa guerra della Indipendenza Italiana, e potendo mancare a' vivi, esprimo in questo foglio la mia ultima volontà in parte: Lascio a Giuditta Nocentini, ed alla sua sorella Teresa, tutto il danaro contante che si trova chiuso nella scrivania dentro alla mia stanza di studio a Pisa, e di più il letto più grande della mia casa con tutte le suppelletteli annessevi.
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