All'alba, il secondo corpo di armata si diresse verso Sona e Sommacampagna. La divisione di cavalleria, situata dietro Dossobuono, protesse la ritirata, fastidita appresso da grossi distaccamenti di ulani. Piemonte Reale e Novara ebbero uno scontro con essi presso le cascine di Calzoni in un sentierello sì ristretto dalle vigne e dalle siepi di gelsi, a non permettere il passo che a due cavalli di fronte. Un grido d'allarme scompigliò le file; i palafrenieri, che conducevano a mano le cavalcature di ricambio degli ufficiali, le abbandonarono; il disordine dalla coda della colonna si propagò rapidamente alla testa; gli squadroni saltarono dal sentiero sui campi. Ma il colonnello del reggimento Novara, preso di nobile ardire, gridò ai soldati, che confusamente sbandavansi: "Compagni, a me! volgete indietro. Seguitemi, in nome d'Italia!" E primo ei s'imbattè con un ufficiale austriaco, se gli slanciò addosso, il ferì; in quello, quattro ulani, corsi in aiuto del loro capo, gli furono sopra colle lance. Egli bastava per tutti; uno ne gittava di sella e gli altri siffattamente incalzava a trovar salute sol nella fuga. Molti de' nemici furono morti e prigioni. Il colonnello era il conte Maffei di Broglio, parente del celebre Scipione.
X.
Fino dal giorno 10, le truppe avevano discacciati i nemici dappresso Rivoli e costrettili a raggiungere celeremente le alture del Tirolo. Ove l'attacco fosse stato meglio combinato, si potevano prenderli a rovescio e tagliare loro la via della ritirata.
| |
Sona Sommacampagna Dossobuono Reale Novara Calzoni Novara Italia Maffei Broglio Scipione Rivoli Tirolo
|