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      Addio Toscani! Non abbiate trista ricordanza dei soldati del 10.° napoletano.
      Parecchi soldati abruzzesi si rimpiattarono per non seguire il reggimento; molti altri disertarono lungo la marcia per Marcaria e Casalmaggiore; e richiesero servire ne' battaglioni del primo corpo d'ordinanza. "Noi amiamo la bandiera tricolore e il buon re Carlo Alberto. E poichè cominciammo l'impresa ne vogliamo vedere la fine." Buone e semplici parole proferite da quegl'incuranti ogni dolore per l'Italia, le quali notiamo a loro elogio ed a biasimo de' capi dell'esercito napoletano, i quali preferirono le grazie del loro principe e la guerra fraterna alla santa crociata d'indipendenza e di libertà.
      In pari tempo, i prigionieri toscani, da Mantova, venivano trasferiti co' Napoletani volontari e regolari nel Tirolo tedesco. Que' di Trento fecero loro gran festa; e avuto il permesso di offerire loro ciò di che meglio abbisognassero; l'entusiasmo del popolo fu commovente. Nella via Lunga si gittò loro danaro a manciate; e gli uni donavali di camicie, di calzoni, di scarpe; chi non aveva roba pronta, dava il proprio vestito. Le ricche famiglie si distinsero nella gara dei benefizi; e i poveri artigiani che non avevano che il cuore, pregavano quella buona e valorosa gente ad asciolvere e a bere con essi; e le venditrici di latte mettevano per forza nelle tasche di que' non inviliti dall'infortunio, le monete ritratte dal commercio della mattina; e i fornai del borgo di San Martino, non avendo più pane, pregavano si aggradissero le stiacciate appositamente fatte.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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