Il giorno 14 un battaglione della brigata Savoia veniva spinto verso Sant'Agata. Esso trovava questo borgo trincerato, lo girava, e, dopo una lotta accanita, costringeva gli Austriaci ad uscirne. Dipoi lo stesso battaglione inoltravasi sulla destra sino a Lugagnano; pur quivi trovava il nemico trincerato e munito di molti pezzi d'artiglieria. Piegava quindi alla sinistra, e retrocedeva per la via di Bussolengo; e quantunque circondato da imponenti forze nemiche, le teneva sempre a bada, finchè poteva riunirsi al grosso dell'esercito. Seppesi da questa ricognizione che gli edifici presso Verona erano vuoti d'abitatori, che Radetzky aveva fatto sgomberare le case, che si trovavano entro la linea delle sue difese, e si seppe eziandio che tutti i pozzi all'ingiro erano stati murati o disfatti.
Il giorno 19, il generale Bava pensava di prendere la forte posizione di Governolo per far sicura la linea del Mincio sino alla foce del Po e compiere il blocco di Mantova. Esso faceva scendere in certe barche un battaglione di bersaglieri con ordine di assalire il nemico tosto che la brigata Regina, 9 ° e 10.° di linea, avesse cominciato l'attacco. Alla vista degli Italiani, i quali si avanzavano con brio e risolutezza, gli Austriaci si ritiravano entro il borgo, ed alzavano il ponte levatoio. Allora la nostra artiglieria cominciava colla fanteria un fuoco di conserva così terribile, che i nemici ne soffrivano assaissimo. In pari tempo i bersaglieri, spingendosi innanzi, ne facevano tale una strage che in breve li costringevano a porsi in disperata fuga, lasciando sul terreno parecchi morti e feriti, e nelle mani dei nostri 500 prigionieri, due cannoni, molte armi, molti cavalli e la bandiera del reggimento Rukavina.
| |
Savoia Sant'Agata Austriaci Lugagnano Bussolengo Verona Radetzky Bava Governolo Mincio Mantova Regina Italiani Austriaci Rukavina
|