La linea da Pastrengo a Sommacampagna era difesa da 6,000 uomini comandati dal generale Broglia di Casalborgone.
Gli Austriaci si presentarono alle sei mattutine del dì 23 presso l'Osteria del Bosco e Sommacampagna; un corpo di riscossa, posto indietro tra le due colonne, attendeva gli avvenimenti. Dopo inutili sforzi e molte perdite toccate presso l'Osteria, il nemico si ritirava al di là della portata dei cannoni, ed andava in parte ad attaccare Sona. Ma l'empito maggiore venne rivolto verso Sommacampagna e la Madonna del Monte; sanguinoso fu quivi il combattere; irresoluti, a quando a quando, gli Austriaci; audaci i nostri nelle offese per ben tre ore; finchè, giacenti sul campo morti e moribondi, le stanche genti stimarono prudente consiglio il ripiegare su Villafranca. A tale nuncio, que' di Sona, che avevano più volte caricato il nemico colla punta della baionetta e disputato palmo a palmo il terreno, vedutisi prendere al rovescio sulla diritta, si ritirarono a Pacengo per la via di Sandrà.
In quel frattempo il generale Thurn marciava su Rivoli con grande cautela, stimando sulla costa trovare la resistenza del giorno innanzi. Per quella lentezza il destino a lui niegava gloria e profitto, mentre per le sue buone ed accorte mosse dava il destro al de Sonnaz di salvare i magazzini ed i parchi ch'erano in Lazise, e di giungere con poche perdite a Cavalcaselle per riunirsi al rimanente della ordinanza, Nell'ora istessa, la divisione Visconti toglievasi dalla sinistra linea del Mincio, rompeva i ponti di Borghetto e di Monzambano, collocando un battaglione in faccia a Salionze per impedire al nemico di traghettare il fiume in tal punto.
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