Poco di poi, la brigata Savoia, il battaglione parmigiano e Savona giungevano per dare il ricambio su que' posti istessi alla seconda divisione di riscossa comandata dal barone Visconti. I nuovi venuti erano discorati dai frequenti allarmi, stanchi pel continuo combattere, e svigoriti da un digiuno di trentasei ore. Pur, quando gli Austriaci, protetti da dieci pezzi d'artiglieria, si approssimarono alla ripa del fiume per costruirvi un ponte di barche, combatterono per quanto potettero; essi non avevano da opporre che due cannoni. Il di Sonnaz, che trovavisi in Monzambano, spedì immediatamente il colonnello Solaroli a Ponti per ordinare al 14.° di linea di attaccare il nemico sul suo fianco destro; ma quel corpo non vi era più; chè, al primo rombo del cannone, aveva in disordine piegato sopra Peschiera. Gli universitari tentarono arrestare i disegni dell'inimico, ma vennero ben presto respinti dalle scariche a mitraglia. Una volta che quello potè occupare l'opposta sponda, il de Sonnaz non valeva più a far argine all'oste irrompente, e ritirossi invece co' suoi su Volta. I nuovi occupanti non lo inseguirono, ma volsero per Ponti e Monzambano, e più tardi per Valeggio.
Carlo Alberto, saputa la rotta del secondo corpo di esercito, e immaginando che necessità spingesse i vincitori a perseguirlo, volle battaglia pel dì vegnente. E raccolta una parte delle truppe, che assediavano Mantova, colle loro rispettive batterie e con quattro reggimenti di cavalleria si dirigeva a Villafranca per tenervi consiglio di guerra.
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