Valeggio era il perno delle sue operazioni. Approvvigionate le truppe alla meglio, invece di farle serenare sulle conquistate posizioni, doveva cacciarle verso quel punto d'appoggio, e il suo eccellente disegno di guerra sarebbe riescito a capello. Ei pur doveva richiamare il generale Perrone dall'inutile assedio di Mantova, avere alla sua portata il corpo di ordinanza lasciato a Governolo e accelerare il congiungimento del de Sonnaz al grosso dell'esercito nostro. Cosė il Radetzky non si sarebbe impadronito nella notte di Valeggio, od almeno non avrebbegli quivi presentato nell'indomani una linea di fronte di 55,000 uomini da opporre a' suoi 20,000 e al secondo corpo di armati, sulle cui forze il Re sperava impedire al nemico il passaggio del Mincio. Ma il generale de Sonnaz non ubbidė agli ordini mandatigli di attaccare Valeggio verso il ponte di Borghetto, togliendo a scusa che le sue schiere erano prostrate di molto.
Al chiarore primo del dė 25, il duca di Genova doveva partire dalla Berettara e da Sommacampagna per alla volta di Oliose collegandosi a manca col suo fratello il duca di Savoia, il quale alla testa delle Guardie e di Cuneo aveva ordine di dirigersi da Custoza verso Salionze, affine di favorire la brigata Aosta nel suo attacco di Valeggio, e far credere al nemico di esser colto alle spalle.
Radetzky, aspettando di pič fermo i nostri, che supponeva forti di 40,000, collocava a diritta il primo corpo d'esercito agli ordini del generale Wratislaw, dilungava parte di una divisione a Borghetto, e l'altra la riteneva in Valeggio; una seconda l'appostava tra Fornelli e San Zenone.
| |
Perrone Mantova Governolo Sonnaz Radetzky Valeggio Mincio Sonnaz Valeggio Borghetto Genova Berettara Sommacampagna Oliose Savoia Guardie Cuneo Custoza Salionze Aosta Valeggio Wratislaw Borghetto Valeggio Fornelli San Zenone
|