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      Inutili le prove di eroismo contro le stragrandi forze dell'inimico. La ritirata fu battuta su tutta la linea. L'artiglieria, la cavalleria, intanto che la si effettuava, tennero in rispetto gli Austriaci, e alle otto della sera l'ordinanza si ridusse regolarmente sul piano che spazia intorno Villafranca. E i vinti lacrimarono la perdita di mille e cinquecento compagni posti fuori di combattimento. E i vincitori si ebbero duemila uomini tra morti e feriti, tra i quali moltissimi ufficiali, costretti a porsi alla testa delle loro colonne perchè meritassero dal vecchio Maresciallo nel bollettino del dì 26 luglio il titolo di "valorose truppe."
      Tale fu la battaglia di Custoza sì funesta alla causa dell'indipendenza.
      Le truppe avevano sostato per quattr'ore, quando, per ordine del Re, dovettero levare il campo da Villafranca, e alla metà della notte partire per Goito. Se più si rimaneva, il nemico avrebbe potuto precludere loro la ritirata, separarle dalla nostra base d'operazione, circondarlo e intimarle la resa. Partirono primi i feriti, i prigionieri, i convogli colla scorta di due battaglioni di Pinerolo e della brigata toscana. Le brigate delle Guardie e di Cuneo passarono per Mozzacane, Roverbella e Marengo. Quelle di Piemonte e d'Aosta si avanzarono per Quaderni e Massimbona. Per proteggere la ritirata, vennero appostati i reggimenti a cavallo coll'artiglieria volante presso Mozzacane; il 17.° di fanti presso Roverbella; e la brigata, sopraggiunta allora da Governolo, sui campi tra Marengo e Goito.


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I toscani a Curtatone e a Montanara (1848)
Notizie storiche
di Felice Venosta
Editore Barbini Milano
1863 pagine 145

   





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