Così, gli altri corpi, scoperti sulla sinistra, erano obbligati a indietreggiare sino a Lodi in gran fretta.
L'ambasciatore inglese tentava in quel frangente interporsi tra le due parti belligeranti. La risposta del Maresciallo fu ch'egli avviavasi per a Milano. Il Re poteva ridursi in Piacenza, combattere ed ottenere una capitolazione onorevole. A' tre di agosto l'esercito si accampava poco lungi da Milano in una linea semicircolare sino al canale di Pavia. La seconda divisione stava sulla dritta della via di Lodi ed appoggiava la sua sinistra a Gambaloita; la terza, che dilungavasi più indietro, occupava le cascine di Boffalora, di Besana e di Caminella. La quarta trovavasi a sinistra; gli altri corpi colla cavalleria formavano la riscossa; il Re stabiliva il suo quartier generale fuor di Porta Romana, tra la seconda e la terza divisione, nell'osteria all'insegna di San Giorgio.
Già i sopracciò della Lombardia, cagione di tanta catastrofe, scendendo sulle ruine della prima loro fortuna, avevano rassegnato il potere, nelle mani del generale Olivieri, venuto in Milano coll'autorità di regio commissario. Lo scoramento era grande nella città. La era stata tanta la sicurezza della vittoria che giammai erasi pensato a premunire il paese da un attacco nemico. Creavasi un comitato di difesa composto del general Fanti, del Rastelli, del Maestri; i due ultimi erano incaricati di tutti i rami del servizio pubblico; il primo col colonnello Pettinengo, col maggiore Cadorna e con alcuni ingegneri civili si adoperò a far innondata colle acque dell'Adda la sponda sinistra del fiume; a concentrare le truppe stanzianti nel Tirolo, nello Stelvio, ed in Brescia ne' monti di Bergamo; e a premunire Milano di ogni mezzo di resistenza, perchè l'esercito italiano avesse potuto far fronte al nemico sull'Adda, o respingerlo di fianco sul Po. L'Olivieri il giorno 4 passava in rassegna le 6,000 guardie cittadine, capitanate dal generale Zucchi, il traditore di Palmanova, e gli 8,500 uomini di truppe agli ordini del Fanti, il quale non era tal uomo da illudersi sulla efficacia di quelle forze, che avrebbero spezzato gli ordini al primo rovescio di avversa fortuna.
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