Questi poco dopo partirono. Il Fanti fu ritenuto, e a quando a quando vedevasi trascinare innanzi, da quella gente scaldata, persone, ch'essa diceva sospette e che il generale con vari stratagemmi salvava. Alla perfine potette anch'egli sottrarsi da tale incresciosa posizione, e coi suoi aiutanti di campo tornare al palazzo del Re. I più esacerbati, e frenetici erano quelli che si erano firmati per l'atto della infausta fusione, i quali scorrazzavano le contrade, bestemmiando al nome di Carlo Alberto e alla fede in lui avuta. Nella confusione dei poteri, nello imperar della plebe atterrita da un pericolo che la minaccia od offesa da supposti tradimenti, le sentenze dissolute danno plauso e trionfo; le oneste e vere, supplizio. Allora il più ardito che si presenti e colle sue parole incarni i pensieri degli adunati, ne è il capo. Nè il capo mancò in tale frangente. Le piccole partite in sul nascere, tosto ingrossarono e si fecero moltitudine schiamazzante e ruinosa. L'un disse
Morte a Carlo Alberto! Morte al Re traditore! al palazzo Greppi!" E tutti ad accorrere, e con ricambiati discorsi e con grida di minaccia, aiutarono all'atto reo. Per la via quanti s'incontravano vestiti della divisa piemontese erano insultati, picchiati e peggio; le regie carrozze, capovolte e frugate; il baccano più feroce e ribaldo che mai; la milizia civile di guardia al palazzo o fugge o la si accomuna co' sediziosi. Allora invasa la corte, e la plebaglia su per le scale. Ma quivi alcuni coraggiosi carabinieri bastano a farla rinculare chè non havvi gente più vigliacca e codarda quanto quella che medita o commette assassini.
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Fanti Carlo Alberto Carlo Alberto Greppi
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