Alcuni, stremati dal dolore, o deboli di corpo, o non adatti alla fatica delle marce, od a resistere ai raggi di un sole cocente, impazzarono, o caddero morti sulla polvere della strada. Altri raggiunsero i soldati piemontesi, i quali, memori delle fratellevoli cure avute in Milano, ove i cittadini offerirono loro quarantamila camicie in un giorno, ove vennero cibati di pane bianco e di doppia razione di carne, di cacio e di vino, ove furono presentati di sigari e di denaro, aiutarono i derelitti come meglio poterono; e, messo ad armacollo il moschetto, portarono fra le braccia i bambini che pel lungo cammino non valevano più a reggersi in piedi. Misera consolazione, perchè tremenda!
Innanzi por termine a narrare d'una guerra cominciata sotto i più felici auspici, e che l'imperizia del capo supremo, dei governi provvisori, e il tradimento di alcuni generali trassero a sì miseranda fine, sacrificando un esercito a cui non mancava certo il valore, dobbiamo un cenno di lode ai volontari tutti, i quali, malgrado l'obblio in cui furono tenuti, soffrirono con abnegazione ogni disagio, e combatterono sempre con estremo ardimento. Il pugno di prodi Alpigiani alla custodia dello Stelvio non venne pur mai meno a sè stesso; esso più volte rintuzzò gli attacchi dei nemico, fortemente stabilito sulla linea del Taufers, Glums, Schluderns e Trafoi; e i soldati del Reisinger del Wellington e i cacciatori tirolesi ebbero a provare quanto fosse ardito il volontario italiano! Ne' combattimenti allo Stelvio s'ebbe a compiangere la perdita di un volontario, il Clerici di Milano, il quale soltanto da ventiquattro ore era corso ad offerire la sua vita alla patria.
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