- Ella s'era voltata a guardarlo di nascosto, come si guarda un mostro o un malfattore.
Intanto era trascorso l'anno, ed era sopravvenuta la festa di Sant'Agata. Donati doveva sposare da lì a poco. Egli aspettava in mezzo alla folla una 'ntuppatedda che quasi gli aveva promesso di farsi vedere un momento quando si sentì afferrare all'improvviso pel braccio. Gettò una rapida occhiata sulla donna mascherata, ma la sua fidanzata era più piccola di statura e non aveva quell'occhio nero così sfavillante. Ei sentì che il cuore dava un tuffo; non seppe cosa dire, e si lasciò rimorchiare dentro il caffè.
La sua compagna cercò un tavolino appartato e sedette di faccia a lui; sembrava stanca e commossa fuor di modo. Ei la considerava ansiosamente. - Lina! - esclamò infine.
- Ah! - diss'ella con un riso che voleva dir tante cose; e appoggiò la fronte incappucciata sulla mano.
Donati balbettava parole senza senso.
- Vi sorprende vedermi qui? - domandò Lina dopo un lungo silenzio.
- Voi?
- Vi sorprende? -
Donati chinò il capo. Ella lasciò scivolare il manto sulle spalle, e mormorò: - Vedete!
- Mio Dio! - esclamò Donati.
- Vi faccio pietà? Oh, almeno! Ma non è colpa vostra, no!... Ho avuto sempre una salute cagionevole. State tranquillo dunque... Non vorrei avvelenare la vostra luna di miele.
- Oh, cosa dite mai!... Se sapeste... se sapeste quanto ho sofferto!...
- Voi?
- Sì!... e quanto mi sono pentito!...
- Ah! vi siete pentito!
- Non so darmi pace!... Non so comprendere io stesso perché... cosa sia avvenuto per.
| |
Sant'Agata Lina Dio Donati
|