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      Siete persuaso che l'abbiate fatto schiettamente e semplicemente per amor mio?
      - Qual altra prova ne vorreste?
      - Una prova semplicissima: voi dite che mi amate?
      - Sì.
      - Non mi conoscete, non sapete chi sia, né da dove venga; non sapete se sia degna di voi, e se potrei amarvi come vorreste essere amato!...
      - So che vi amo!
      - Su dieci uomini, e dei più savi, nove risponderebbero come voi. E se vi amassi, sareste felice?
      - Sì.
      - E questa felicità vi basterebbe? Quanto vorreste che durasse?
      - Sempre.
      - Perché non mi sposate allora?
      - ...Ci penserò -.
     
     
      LE STORIE DEL CASTELLO DI TREZZA
     
      I.
     
      La signora Matilde era seduta sul parapetto smantellato, colle spalle appoggiate all'edera della torre, spingendo lo sguardo pensoso nell'abisso nero e impenetrabile; suo marito, col sigaro in bocca, le mani nelle tasche, lo sguardo vagabondo dietro le azzurrine spirali del fumo, ascoltava con aria annoiata; Luciano, in piedi accanto alla signora, sembrava cercasse leggere quali pensieri si riflettessero in quegli occhi impenetrabili come l'abisso che contemplavano. Gli altri della brigata erano sparsi qua e là per la spianata ingombra di sassi e di rovi, ciarlando, ridendo, motteggiando; il mare andavasi facendo di un azzurro livido, increspato lievemente, e seminato di fiocchi di spuma. Il sole tramontava dietro un mucchio di nuvole fantastiche, e l'ombra del castello si allungava melanconica e gigantesca sugli scogli.
      - Era qui? - domandò ad un tratto la signora Matilde, levando bruscamente il capo.
      - Proprio qui -.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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