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      - Dacché vedo ed odo cose che non ho mai udite né viste.
      - Cos'avete udito, di grazia?
      - Quel che avete udito voi! - ribatté essa senza scomporsi.
      Don Garzia s'accigliò.
      - Io non ho udito né visto nulla - esclamò dispettosamente.
      - Ed io ho visto voi come vi vedo in questo momento, e come sareste sorpreso voi stesso di vedervi se lo poteste!
      - Ah! - esclamò il barone con un riso che mostrava i suoi denti bianchi ed aguzzi al pari di quelli di un lupo, - è che mi avete fatto girare il capo anche a me, ed ho paura anch'io!
      - Credete che io abbia paura, messere? -
      Il messere non rispose e andò a mettersi alla finestra di un umore più nero delle grosse nuvole che s'accavallavano sull'orizzonte.
     
     
      IV.
     
      Il barone fu insolitamente sobrio a cena quella sera. Donna Isabella andò a coricarsi senza dire una parola, senza fare un'osservazione, ma pallida e seria. Don Garzia, quando si fu accertato che il Rosso e il Bruno erano già al loro posto, andò a letto e disse alla moglie motteggiando:
      - Stanotte vedremo se il diavolo ci lascerà la coda -.
      Donna Isabella non rispose, ma don Garzia non russò e dormì di un occhio solo.
      Mezzanotte era suonata da un pezzo, il barone avea levato il capo ascoltando i dodici tocchi, poi s'era voltato e rivoltato pel letto due o tre volte, avea sbadigliato, infine s'era addormentato per davvero. Tutto era tranquillo, e taceva anche il vento; donna Isabella, che era stata desta sino allora, cominciava ad assopirsi.
      Ad un tratto un grido terribile rimbombò per l'immenso corridoio; era un grido supremo di terrore, di delirio, che non poteva riconoscersi a qual voce appartenesse, che non aveva nulla d'umano; nello stesso tempo si udì un gran tramestìo, l'uscio e la finestra della camera furono spalancati con impeto, quasi da un violento colpo di vento, e al lume dubbio della lampada parve che una figura bianca in un baleno attraversasse la camera e fuggisse dalla finestra.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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