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      - Chissà? Forse il barone avrà udito ancora dei gemiti soffocati, o delle grida disperate che imploravano la morte, forse dopo alcuni giorni, si sarà sentito il lezzo del cadavere da quella specie di pozzo, forse avrà voluto prevenire che ciò avvenisse, - vi fece gettar della calce viva, e non si sentì più nulla.
      - È una storia spaventosa! - mormorò la signora Matilde. - Togliamone pure i fantasmi, il suono della mezzanotte, il vento che spalanca usci e finestre, e le banderuole che gemono, è una spaventosa storia!
      - Una storia la quale non sarebbe più possibile oggi che i mariti ricorrono ai Tribunali, o alla peggio si battono - rispose Luciano ridendo.
      Ella gli agghiacciò il riso in bocca con uno sguardo singolare. - Lo credete? - domandò.
      Luciano ammutolì per quello sguardo, per quell'accento, pel sentirsi dar del voi così distrattamente e a quella guisa. Sopraggiungeva il signor Giordano.
      Parlatemi d'altro, - diss'ella sottovoce, con singolare vivacità, - non discorriamo più di cotesto... -
     
     
      VI.
     
      Il signor Luciano e la signora Matilde si vedevano quasi tutti i giorni, in quella piccola società d'amici che le veglie o le escursioni pei dintorni riunivano quotidianamente. La signora fu indisposta due o tre giorni, e non si fece vedere. Allorché s'incontrarono la prima volta parve così mutata a Luciano che ei le domandò premurosamente della salute; il contegno di lei, le sue risposte, furono così imbarazzate, che il giovane ne fu imbarazzato egli pure, senza saper perché.
      Evidentemente ella lo evitava.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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