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      Il curato partì, ed il sagrestano indugiò invano sull'uscio perché gli facessero la solita limosina pei poveri.
      Lo zio Giovanni vide a tarda ora della sera la Nedda che correva sulla strada di Punta.
      - Ohé! dove vai a quest'ora?
      - Vado per una medicina che ha ordinato il medico -.
      Lo zio Giovanni era economo e brontolone.
      - Ancora medicine! - borbottò, - dopo che ha ordinato la medicina dell'olio santo! già, loro fanno a metà collo speziale, per dissanguare la povera gente! Fai a mio modo, Nedda, risparmia quei quattrini e vatti a star colla tua vecchia.
      - Chissà che non avesse a giovare! - rispose tristemente la ragazza chinando gli occhi, e affrettò il passo.
      Lo zio Giovanni rispose con un brontolio. Poi le gridò dietro: - Ohe! la varannisa!
      - Che volete?
      - Anderò io dallo speziale. Farò più presto di te, non dubitare. Intanto non lascerai sola la povera malata -.
      Alla ragazza vennero le lagrime agli occhi.
      - Che Dio vi benedica! - gli disse, e volle anche mettergli in mano i denari.
      - I denari me li darai poi; - rispose ruvidamente lo zio Giovanni, e si diede a camminare colle gambe dei suoi vent'anni.
      La ragazza tornò indietro e disse alla mamma: - C'è andato lo zio Giovanni, - e lo disse con voce dolce insolitamente.
      La moribonda udì il suono dei soldi che Nedda posava sul deschetto, e la interrogò cogli occhi.
      - Mi ha detto che glieli darò poi; - rispose la figlia.
      - Che Dio gli paghi la carità! - mormorò l'inferma, - così resterai senza un quattrino.
      - Oh, mamma!
      - Quanto gli dobbiamo allo zio Giovanni?


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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