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      - M'hanno detto “vattene da comare Sidora”.
      - Vien qua, vien qua, - gridò comare Sidora, rossa come un pomodoro, dal bugigattolo del forno. - Aspetta ché ti farò una bella focaccia.
      - Vuol dire che a comare Nunzia stanno per portarle il Viatico, se hanno mandato via la bambina -. Osservò la Licodiana.
      Una delle comari che aiutavano ad impastare il pane, volse il capo, seguitando a lavorare di pugni nella madia, colle braccia nude sino al gomito, e domandò alla bimba:
      - Come sta la tua madrigna? -
      La bambina che non conosceva la comare, la guardò coi grandi occhi spalancati, e poscia tornando a chinare il capo, e a lavorar in furia colle cocche del grembiale, biascicò sottovoce:
      - È a letto.
      - Non sentite che c'è il Signore? - rispose la Licodiana. - Ora le vicine si son messe a strillare sulla porta.
      - Quando avrò finito d'infornare il pane, - disse comare Sidora, - corro anch'io un momento a vedere se hanno bisogno di niente. Compare Meno perde il braccio destro, se gli muore quest'altra moglie.
      - Certuni non hanno fortuna colle mogli, come quelli che son disgraziati colle bestie. Tante ne pigliano, e tante ne perdono. Guardate comare Angela!
      - Ier sera, - aggiunse la Licodiana, - ho visto compare Meno sull`uscio, che era tornato dalla vigna prima dell'avemaria, e si soffiava il naso col fazzoletto.
      - Però, - aggiunse la comare che impastava il pane, - ei ci ha una santa mano ad ammazzare le mogli. In meno di tre anni sono adesso due figlie di curatolo Nino che si è mangiate, l'una dopo l'altra!


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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