Pagina (309/993)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Bisogna cercarvi un'altra moglie, per riguardo di questa povera orfanella che resta in mezzo a una strada.
      - Ed io, come rimango? e il mio puledro? e la mia casa? e alle galline chi ci baderà? Lasciatemi piangere, comare Sidora! Avrei fatto meglio a morir io stesso, in scambio della buon'anima.
      - State zitto, ché non sapete quello che dite! e non sapete cosa vuol dire una casa senza capo.
      - Questo è vero! - osservò compare Meno, riconfortato.
      - Guardate piuttosto la povera comare Angela! Prima le è morto il marito, poi il figliuolo grande, e adesso le muore anche l'asino!
      - L'asino andrebbe salassato dalla cinghiaia, se ha la doglia, - disse compare Meno.
      - Veniteci voi, che ve ne intendete - aggiunse la vicina. - Farete un'opera di carità per l'anima di vostra moglie -.
      Compare Meno si alzò per andare da comare Angela, e l'orfanella gli correva dietro come un pulcino, adesso che non aveva altri al mondo. Comare Sidora, buona massaia, gli rammentò:
      - E la casa? come la lasciate, ora che non ci è più nessuno?
      - Ho chiuso a chiave; e poi lì di faccia ci sta la cugina Alfia, per tenerla d'occhio -.
      L'asino della vicina Angela era disteso in mezzo al cortile col muso freddo e le orecchie pendenti, annaspando di tanto in tanto colle quattro zampe in aria, allorché la doglia gli contraeva i fianchi come un mantice. La vedova, seduta lì davanti, sui sassi, colle mani fra i capelli grigi, e gli occhi asciutti e disperati, stava a guardare, pallida come una morta.
      Compare Meno si diede a girare intorno alla bestia, toccandole le orecchie, guardandola negli occhi spenti, e come vide che il sangue gli colava ancora dalla cinghiaia, nero, a goccia a goccia, aggrumandosi in cima ai peli irsuti, domandò:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





Sidora Angela Angela Sidora Alfia Angela