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      Compare Neli allora e suo fratello, e un altro amico che aveva raccattato per la circostanza, vennero a passare di là, guardando in aria, che il padrone dell'asino torse il capo anche lui per non far vedere di star lì ad aspettarli; e l'amico di compare Neli disse così, stralunato, come l'idea fosse venuta a lui:
      - O guarda l'asino di san Giuseppe! perché non comprate questo qui, compare Neli?
      - L'ho contrattato stamattina; ma è troppo caro. Poi farei ridere la gente con quell'asino bianco e nero. Vedete che nessuno l'ha voluto fino adesso!
      - È vero, ma il colore non fa nulla, per quello che vi serve -.
      E domandò al padrone:
      - Quanto vi dobbiamo regalare per l'asino di san Giuseppe? -
      La padrona dell'asino di san Giuseppe, vedendo che si ripigliava il negozio, andava riaccostandosi quatta quatta, colle mani giunte sotto la mantellina.
      - Non me ne parlate! - cominciò a gridare compare Neli, scappando per il piano. - Non me ne parlate che non ne voglio sentir parlare!
      - Se non lo vuole, lasciatelo stare - rispose il padrone. - Se non lo piglia lui, lo piglierà un altro “Tristo chi non ha più nulla da vendere dopo la fiera!”
      - Ed io voglio essere ascoltato, santo diavolone! - strillava l'amico. - Che non posso dire la mia bestialità anch'io! -
      E correva ad afferrare compare Neli pel giubbone; poi tornava a parlare all'orecchio del padrone dell'asino, il quale voleva tornarsene a casa per forza coll'asinello, e gli buttava le braccia al collo, susurrandogli:
      - Sentite! cinque lire più o meno, se non lo vendete oggi, un minchione come mio compare non lo trovate più da comprarvi la vostra bestia che non vale un sigaro -.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
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