'nton! 'nton! e pareva quagliasse nella neve.
- Oh, Madonna santissima! - singhiozzava Carmenio -. Che sarā mai quella campana? O della mandra dei fichidindia, aiuto! O santi cristiani, aiuto! Aiuto, santi cristiani! - si mise a gridare.
Infine lassų, in cima al monte dei fichidindia, si udė una voce lontana, come la campana di Francofonte.
- Ooooh... cos'čeee? cos'čeee?...
- Aiuto, santi cristiani! aiuto, qui da curatolo Decuuu!...
- Ooooh... rincorrile le pecoreee!... rincorrileeee!...
- No! no! non son le pecore... non sono! -
In quella passō una civetta, e si mise a stridere sul casolare.
- Ecco! - mormorō Carmenio facendosi la croce. - Ora la civetta ha sentito l'odore dei morti! Ora la mamma sta per morire! -
A star solo nel casolare colla mamma, la quale non parlava pių, gli veniva voglia di piangere. - Mamma, che avete? Mamma, rispondetemi? Mamma avete freddo? - Ella non fiatava, colla faccia scura. Accese il fuoco, fra i due sassi del focolare, e si mise a vedere come ardevano le frasche, che facevano una fiammata, e poi soffiavano come se ci dicessero su delle parole.
Quando erano nelle mandre di Resecone, quello di Francofonte, a veglia, aveva narrato certe storie di streghe che montano a cavallo delle scope, e fanno degli scongiuri sulla fiamma del focolare. Carmenio si rammentava tuttora la gente della fattoria, raccolta ad ascoltare con tanto d'occhi, dinanzi al lumicino appeso al pilastro del gran palmento buio, che a nessuno gli bastava l'animo di andarsene a dormire nel suo cantuccio, quella sera.
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