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      Quando si lasciarono, e si strinsero la mano, sulla soglia, erano tristi tutti e due, e non tristi soltanto perché dovevano dirsi addio - quasi mancasse loro qualche cosa. Pure si tenevano sempre per mano, ad entrambi veniva per istinto la domanda. - Ti rammenti? - E non osavano. Ella aveva detto che partiva l'indomani col primo treno, ed egli la lasciava partire.
      L'aveva vista allontanarsi pel viale deserto, e rimaneva lą, colla fronte contro le stecche di quella persiana. La sera calava. Un organino suonava in lontananza alla porta di un'osteria.
      Ella partiva l'indomani col primo treno. Gli aveva detto: - Bisogna che vada con lui! - Anch'egli aveva ricevuto un telegramma che lo chiamava lontano. Su quel foglio ella aveva scritto Per sempre, e una data. La vita li ripigliava entrambi, l'una di qua e l'altro di lą, inesorabilmente. La sera dopo anch'esso era alla stazione, triste e solo. Della gente si abbracciava e diceva addio; degli sposi partivano sorridenti; una mamma, povera vecchierella del contado, si strascinava lagrimosa dietro il suo ragazzo, robusto giovanotto in uniforme da bersagliere, col sacco in spalla, che cercava l'uscita di porta in porta.
      Il treno si mosse. Prima scomparve la cittą, le vie formicolanti di lumi, il sobborgo festante di brigatelle allegre. Poi cominciņ a passare come un lampo la campagna solitaria, i prati aperti, i fiumicelli che luccicavano nell'ombra. Di tanto in tanto un casolare che fumava, della gente raccolta dinanzi a un uscio. Sul muricciuolo di una piccola stazione, dove il convoglio si era arrestato un momento sbuffante, due innamorati avevano lasciato scritto a gran lettere di carbone i loro nomi oscuri.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993