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      Volevano far sposare a Sandrino una che mostrava le gambe per cinquanta lire al mese? Meglio di quella glie ne erano passate tante per le mani, che erano cadute per l'ambizione di chiappare il sole e la luna! - Il sole e la luna! - rimbeccò l'ortolana - col bel mestiere che fa la mamma, che ogni momento vi chiamano in questura e dinanzi al giudice! - Sandrino, quella volta, s'era presi degli schiaffi nel mettere pace; e la Olga, causa innocente, per consolarlo alla prova gli saltò in mutandine sulle ginocchia, come una bambina.
      - Quando quella ragazza si farà - dicevano le più esperte della scuola - vedrete! -
      Intanto cominciarono a ronzarle attorno i mosconi delle sedie d'orchestra, e la Nana, a cui Sandrino giurava di voler raddrizzar le gambe storte, portava i bigliettini e i mazzi di fiori. La Olga resisteva. Ma quando il barone delle poltrone le piantava addosso l'occhialetto, la ragazza tendeva il garretto, e lasciava correre in platea delle occhiate nere come il diavolo.
      La Carlotta, vedendo che quella pitocca raccolta da lei stessa, alla sua porta, voleva levargli il pane, sputava veleno contro Sandrino che vedeva e taceva. - No che non taccio! - sclamava Sandrino. - Sentirete quel che farò se me ne accorgo io! -
      Una sera stava vestendosi pel ballo, col cappellaccio a piume, e il mantello ricamato d'oro quando vide passare la Nana, con un mazzo di fiori, che infilava arrancando il corridoio delle ballerine.
      - Sangue di!... corpo di!... - cominciò a sbraitare; ma pel momento non poté far altro, ché di fuori chiamavano pel ballo.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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