- Però, - brontolò lei, - qualche volta potresti pigliare un brum, col freddo che fa. Sento la neve dai buchi delle scarpe.
- Vuoi che pigliamo il brum?
- No, adesso è inutile, adesso! -
E seguitava a brontolare.
- Del resto, pel gusto che c'è... sono due anni che ho questo scialletto, e pare una tela di ragno! Come se tua madre non fosse venuta sino a casa mia per dire che volevano rubargli il figliuolo! Non siamo mica dei pezzenti, sai!
- Lascia stare, lascia stare - rispondeva lui, ma vedendo che infilava già la chiave nella toppa: - Così mi lasci, senza darmi un bacio?... -
La Olga si volse e glielo diede. Poi entrò nell'andito e chiuse l'uscio.
Il domani, Sandrino si fece anticipare quindici lire dal principale, e comperò un manicotto e una pellegrina di pelle di gatto. Ma la Olga non venne alla prova. Il giorno dopo le appiopparono la multa, ed ella snocciolò le lirette una sull'altra, sorridendo come niente fosse.
- Grandezze! - esclamò Sandrino, masticando veleno. - Ha preso l'ambo, sora Olga! -
Giurò che voleva darle due schiaffi se la incontrava col barone, in parola d'onore! E glieli diede davvero, al caffè Merlo dei Giardini Pubblici, una domenica mentre pigliava il sorbetto coi guanti sino al gomito, sotto un cappellone tutto piume. Pinf! panf! Il barone, pallido come un cencio, voleva compromettersi. Però la Olga se lo condusse via, gridandogli di non sporcarsi le mani con quello straccione.
- Straccione! - borbottava lui. - Ora che ci hai di meglio son diventato uno straccione!
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