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      Cosa l'è sta storia? -
      Ma torniamo agli altri due. Crescioni voleva sposare la Carlotta sul serio, perché essa gli andava dicendo che stavolta era proprio necessario. - Almeno, - pensava lui, - sarò certo che il bambino è roba mia! -
      Il sor Gostino strizzava l'occhio furbo: - E se cercate un padrino, ve l'ho già bello e trovato!
      - Che discorsi! - gridava la sora Carlotta tentando di arrossire.
      Il Bobbia era arrabbiato come un cane. Da un pezzo non la vedeva; e la Gigia, tabaccaia, dopo averlo menato pel naso una settimana o due, gli aveva risposto picche, sulla guancia. - Ah! di lui non voleva più saperne, la sora Carlotta, onde farsi sposare dal Crescioni? - Si sentiva la febbre addosso ogni volta che la vedeva, dal bugigattolo del sor Gostino, a menar la tromba, dimenando i fianchi, o a portar su l'acqua, colla pancia in fuori.
      - Mi lasci andare ad aiutarla, sor Gostino. No, non ho più sete. Il resto lo beva lei per amor mio -. Ma la Carlotta scappava via appena lo vedeva.
      - Andatevene! C'è lui in casa. Poi, tutto è finito fra di noi -. Avrebbe voluto batterla e afferrarla per quella collottola grassa che gli faceva bollire il sangue. - Ah! tu c'ingrassi con quel tisico! tu vuoi farmi morir tisico come lui! Che son fatto di stucco, ti pare?...
      - Dovevate pensarci prima. To', questa vi calmerà i bollori -.
      E Bobbia se ne andava scuotendo l'acqua dal vestito e bestemmiando.
      Si fece il matrimonio. Nacque un bambino, due mesi prima del solito, e fu una femmina. Crescioni era sulle furie, perché almeno avrebbe voluto un maschio, e non dover pensare alla dote e a tante altre seccature.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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