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      - O che ora sarà mai? - domandò Gallorini. Malerba levò il naso in aria, e rispose tosto:
      - Ci vorrà almeno un'ora a spuntare il sole!
      - Che sugo! - brontolò il Lucchese. - Farci far la levataccia per un bel nulla!
      - Alt! - ordinò una voce breve.
      Il reggimento scalpicciava ancora, come una mandra di pecore che si aggruppi. - O chi s'aspetta? - borbottò il Lucchese dopo un pezzetto. Passò di nuovo un gruppo di cavalieri. Stavolta nell'alba che cominciava a rompere si videro sventolare le banderuole dei lancieri, e avanti un generale, col berretto gallonato sino in cima, e le mani ficcate nelle tasche dello spenser. Lo stradale cominciava a biancheggiare, diritto, in mezzo ai campi ancora oscuri. Le colline sembravano spuntare ad una ad una nel crepuscolo incerto; e in fondo si vedeva un fuoco acceso, forse di qualche boscaiuolo, o di contadini che erano scappati dinanzi a quella piena di soldati. Gli uccelletti, al mormorio, si svegliavano a cinguettare sui rami dei gelsi che si stampavano nell'alba.
      Poco dopo, a misura che il giorno andavasi schiarendo si udì un brontolìo cupo verso la sinistra, dove l'orizzonte s'allargava in un chiarore color d'oro e color di rosa, come se tuonasse, e faceva senso in quel cielo senza nuvole. Poteva essere il mormorio del fiume o il rumore dell'artiglieria in marcia. Ad un tratto corse una voce: - Il cannone! - E tutti si voltavano a guardare verso l'orizzonte color d'oro.
      - Io sono stanco! - brontolò Gallorini. - Ormai dovrebbe far l'alto! - appoggiò il Lucchese.


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Tutte le novelle
di Giovanni Verga
pagine 993

   





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